Titolo: Un posto nel mondo.
Autore: Fabio Volo.
Editore: OscarMondadori.
Autore: Fabio Volo.
Editore: OscarMondadori.
Trama: Michele è un normalissimo ragazzo, con una normalissima vita ed ha un normalissimo migliore amico come tutte le persone, finchè Federico (il migliore amico) non decide che sarebbe proprio il momento di smettere di vivere semplicemente, di adeguarsi, e di far qualcosa di più, di scoprire cosa vuol dire davvero “vivere”. Prende la propria valigia, fa un biglietto, e parte senza dire niente, lasciando solo il fogliettino sul tavolo per avvertire l'amico. Michele continua la sua vita, ha una relazione con Francesca che non risulta essere una vera e propria relazione, piuttosto un modo strano di amarsi finchè entrambi non si annoiano della presenza l'un dell'altro. Quando improvvisamente Michele viene a sapere dell'incidente che ha causato la morte di Federico, capisce che forse aveva ragione l'amico, e decide di prendere la palla al balzo per poter fare quello che aveva fatto Federico anni prima: fare i bagagli e partire, e finalmente, scoprire la vera essenza della vita.
Opinione: Quando lo lessi la prima volta a quindici anni - credo di aver avuto quell'età - ricordo che m'era piaciuto davvero tanto, e che certi punti erano proprio d'ispirazione. M'era tanto piaciuto che lo avevo anche comprato per regalarlo alla mia migliore amica. Ad oggi sono passati dieci anni da quando lo lessi la prima volta, ed il mio giudizio cambia poco poco in peggio. Devo ammettere che la storia in se non è nemmeno male, mi piace moltissimo il senso che Fabio Volo vuole dare al libro. Vuole spiegare come la vita sia semplicemente di passaggio e che faremo bene a goderne di ogni attimo, di capire non solo quali sono le nostre stesse passioni, ma anche le nostre particolarità, i nostri pregi ed i nostri difetti. Perchè, infondo, ognuno di noi ha una propria particolarità, bisogna solo capirla, conoscerla e sfruttarla, cosa che invece non tutti riescono a fare, perchè siamo tutti come l'autista del tram:
“[…] Sembra che guidi il tram, che sia padrone del mezzo. In realtà è uno che semplicemente frena e accelera. C'è il binario. Lui, al massimo, decide la velocità, ma neanche tanto, perchè persino le fermate sono prestabilite e devono rispettare un orario. E così capita anche a noi: liceo, università, lavoro, matrimonio, figli, capolinea! Finisce che decidiamo solo quanto tempo metterci. Tutta la straordinarietà della vita ridotta a due funzioni: accelerare o frenare. Punto. Abbiamo l'illusione di guidare la nostra vita.” (cit. Federico)
E quindi ho apprezzato molto le parti in cui Michele, che s'era adattato alla sua vita: una casa, una ragazza di cui annoiarsi dopo un pò, il proprio lavoro, etc, capisce che non è quella, davvero, la vita, e si sia allontanato per cercarla davvero. Il senso del libro, infine, è quello che più mi è piaciuto, ma steso in una lettura che, a parer mio, annoia chi lo legge.
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