Titolo: Prima di Mezzanotte.
Autore: Andrew Klavan.
Traduttore: Vittorio Curtoni.
Anno: 1995
Editore: Tea.
Pagine: 363.
Autore: Andrew Klavan.
Traduttore: Vittorio Curtoni.
Anno: 1995
Editore: Tea.
Pagine: 363.
Trama: Steve Everett è un giornalista - definito da molti un “figlio di puttana” - che proprio nel suo giorno libero viene a conoscenza di parecchie cose, fra le quali il coma di una collega in seguito ad un brutto incidente stradale e l'essere chiamato in sostituzione. Gli viene chiesto di andare in prigione a far un ultima intervista a Frank Beachum, un uomo che sei anni prima viene condannato per l'omicidio di una ragazza, arrestato ed adesso condannato a morte. Steve ha il dovere di scrivere le ultime sensazioni umane del condannato a morte, ma sono tante le cose di cui, il giornalista, si rende conto, ed alla fine quell'intervista diventa una corsa contro il tempo. Un tempo che finirà oltre la mezzanotte, e che quei novantasetti secondi di ritardo, si renderà conto, saranno fatali.
Opinione personale: Avevo già letto questo libro un paio di anni fa, forse tre o quattro, non ricordo bene. Le sensazioni sono praticamente le stesse, con la differenza che stavolta sapevo il finale, quindi l'ho letto più lentamente. Quindi penso che mischierò le mie sensazioni, raccontandovi più o meno, quali furono le prime, quando tenni il libro per la prima volta. Ricordo che i primi capitoli mi erano parsi noiosi, scostanti, contrariamente da adesso che ho trovato già i primi capitoli molto belli. Andrew Klavan ha un modo di scrivere parecchio ironico e creando un personaggio come Everett - per appunto, uno stronzo figlio de una mignotta - non può che avere tutta la mia stima e simpatia. Ho praticamente adorato questo personaggio senza scrupoli, quasi egoista. Quasi, eh. Ho amato gli intrecci delle vicende, ho amato le descrizioni del condannato a morte, il fatto che volesse restare forte per la moglie e la figlia che sapevano tutto e non avevano idea di come affrontare il tutto.
Ricordo che la prima volta, dopo aver passato un mese a sbuffare per i primi capitoli - proprio i primi, intendo, tipo tre o quattro capitoli - i restanti li divorai in due giorni, senza riuscire a togliere gli occhi di dosso. Non è successa la stessa cosa adesso per il semplice motivo che ne conoscevo il finale, quindi non ho provato la stessa voglia di finirlo, eppure vi posso dire che ho provato la stessa ansia. Un ansia particolare, che induce il lettore - e ha indotto me - a correre assieme ad Everett. Si sentono i secondi volare via proprio come se si stesse correndo con il caro giornalista, e avrei voluto urlargli “Vai, cacchio, corri! Corri!”, incitarlo in qualche modo.
Ho trovato le descrizioni così dettagliate che non era difficile vedere le immagini dinanzi a me, così come i personaggi in se, o il fatto che Everett avesse del sudore sulla fronte, sul naso, il fatto che gli scivolassero sempre gli occhiali. Potresi definirle “descrizioni visive”.
Do a questo libro un voto di 5 su 5 perchè, praticamente, non è mancato niente. Non sono mancati i colpi di scena, non è mancata l'ironia, non è mancato di farmi una risata qualche volta, non è mancata la suspanse, non è mancata l'ansia. Non è mancato praticamente nulla.
Libro che consiglio al centoxcento.
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