mercoledì 21 marzo 2018

Prima di mezzanotte (Andrew Klavan)

Titolo: Prima di Mezzanotte.
Autore: Andrew Klavan.
Traduttore: Vittorio Curtoni.
Anno: 1995
Editore: Tea. 
Pagine: 363.
Trama: Steve Everett è un giornalista - definito da molti un “figlio di puttana” - che proprio nel suo giorno libero viene a conoscenza di parecchie cose, fra le quali il coma di una collega in seguito ad un brutto incidente stradale e l'essere chiamato in sostituzione. Gli viene chiesto di andare in prigione a far un ultima intervista a Frank Beachum, un uomo che sei anni prima viene condannato per l'omicidio di una ragazza, arrestato ed adesso condannato a morte. Steve ha il dovere di scrivere le ultime sensazioni umane del condannato a morte, ma sono tante le cose di cui, il giornalista, si rende conto, ed alla fine quell'intervista diventa una corsa contro il tempo. Un tempo che finirà oltre la mezzanotte, e che quei novantasetti secondi di ritardo, si renderà conto, saranno fatali.
Opinione personale: Avevo già letto questo libro un paio di anni fa, forse tre o quattro, non ricordo bene. Le sensazioni sono praticamente le stesse, con la differenza che stavolta sapevo il finale, quindi l'ho letto più lentamente. Quindi penso che mischierò le mie sensazioni, raccontandovi più o meno, quali furono le prime, quando tenni il libro per la prima volta. 
Ricordo che i primi capitoli mi erano parsi noiosi, scostanti, contrariamente da adesso che ho trovato già i primi capitoli molto belli. Andrew Klavan ha un modo di scrivere parecchio ironico e creando un personaggio come Everett - per appunto, uno stronzo figlio de una mignotta - non può che avere tutta la mia stima e simpatia. Ho praticamente adorato questo personaggio senza scrupoli, quasi egoista. Quasi, eh. Ho amato gli intrecci delle vicende, ho amato le descrizioni del condannato a morte, il fatto che volesse restare forte per la moglie e la figlia che sapevano tutto e non avevano idea di come affrontare il tutto. 
Ricordo che la prima volta, dopo aver passato un mese a sbuffare per i primi capitoli - proprio i primi, intendo, tipo tre o quattro capitoli - i restanti li divorai in due giorni, senza riuscire a togliere gli occhi di dosso. Non è successa la stessa cosa adesso per il semplice motivo che ne conoscevo il finale, quindi non ho provato la stessa voglia di finirlo, eppure vi posso dire che ho provato la stessa ansia. Un ansia particolare, che induce il lettore - e ha indotto me - a correre assieme ad Everett. Si sentono i secondi volare via proprio come se si stesse correndo con il caro giornalista, e avrei voluto urlargli “Vai, cacchio, corri! Corri!”, incitarlo in qualche modo. 
Ho trovato le descrizioni così dettagliate che non era difficile vedere le immagini dinanzi a me, così come i personaggi in se, o il fatto che Everett avesse del sudore sulla fronte, sul naso, il fatto che gli scivolassero sempre gli occhiali. Potresi definirle “descrizioni visive”. 
Do a questo libro un voto di 5 su 5 perchè, praticamente, non è mancato niente. Non sono mancati i colpi di scena, non è mancata l'ironia, non è mancato di farmi una risata qualche volta, non è mancata la suspanse, non è mancata l'ansia. Non è mancato praticamente nulla. 
Libro che consiglio al centoxcento.

La voce invisibile del vento (Clara Sanchez)

Titolo: La voce invisibile del vento.
Autrice: Clara Sanchez. 
Editore: Garzanti.

Trama: Fèlix e Julia sono una coppia con un bambino di sei mesi che decidono, quasi per allontanarsi dalla vita e dallo stress, di affittare un appartamentino fuori città per il mese di luglio. Una piccola vacanza che non si svolgerà esattamente come pensavano: infatti un incidente stradale, porta Julia in un letto d'ospedale, incoscia di quel che è appena accaduto e pensando, nei suoi sogni, di essersi persa. Si ritrova, immediatamente, senza un cellulare con cui aiutarsi, senza soldi, senza percezione di luogo, non riuscendo a trovare suo figlio e suo marito e trovandosi, momento dopo momento, svariati ostacoli. Eppure, nei suoi sogni, capisce qualcosa che da sveglia non avrebbe mai capito. Dall'altra parte, nel mondo dei svegli, Fèlix si prende cura della moglie in tutti i modi possibili, arrivando all'immaginabile pur di farla tornare alla vita. 

OpinioneLa voce invisibile del vento è uno di quei libri che va letto con attenzione, e non per la trama complicata o per una scrittura poco comprensibile - al contrario, la Sanchez usa un modo modo molto semplice per spiegare ogni cosa - ma in quanto bisogna entrare proprio nella storia, bisogna entrare in sintonia con i personaggi, cosa che non è affatto difficile. Non ci vuole molto a subire e provare la stessa angoscia di Julia, che ha perso praticamente tutto, anche l'orientamento, eppure insegnando a chi legge che non tutto è perduto e che non bisogna mai arrendersi.  Infatti, Julia trova il modo per nutrirsi, seppur sia a secco di denaro. Trova un modo per lavarsi, vestirsi, ed alla fine trova anche il modo per tornare alla vita, da suo marito e suo figlio. Dall'altra parte, è anche recepibile il disagio della situazione, la paura di Fèlix nel vedere la moglie stesa in un letto inanime, collegata ad un tubo, così come è percettibile l'amore che prova per lei, tanto da arrivare ad una scelta che infonde dolcezza verso questo personaggio. Due personaggi ben strutturati, così come lo è il racconto. La mancanza di colpi di scena - se non qualcuno, specialmente verso la fine - non limita il romanzo e non induce il lettore a chiudere il libro per passare ad altro. La cosa che più mi è piaciuta è che, più leggevo, più mi andava di accompagnare Julia nel suo “sogno”, quasi volessi proteggerla. Ho amato questa donna così determinata a tornare da suo figlio e suo marito da non abbattersi e, anzi, battere le insidie. 
Obiettivamente, penso sia un libro che va proprio letto, che consiglio infinitamente.

Un posto nel mondo (Fabio Volo)

Titolo: Un posto nel mondo.
Autore: Fabio Volo.
Editore: OscarMondadori.
Trama: Michele è un normalissimo ragazzo, con una normalissima vita ed ha un normalissimo migliore amico come tutte le persone, finchè Federico (il migliore amico) non decide che sarebbe proprio il momento di smettere di vivere semplicemente, di adeguarsi, e di far qualcosa di più, di scoprire cosa vuol dire davvero “vivere”. Prende la propria valigia, fa un biglietto, e parte senza dire niente, lasciando solo il fogliettino sul tavolo per avvertire l'amico. Michele continua la sua vita, ha una relazione con Francesca che non risulta essere una vera e propria relazione, piuttosto un modo strano di amarsi finchè entrambi non si annoiano della presenza l'un dell'altro. Quando improvvisamente Michele viene a sapere dell'incidente che ha causato la morte di Federico, capisce che forse aveva ragione l'amico, e decide di prendere la palla al balzo per poter fare quello che aveva fatto Federico anni prima: fare i bagagli e partire, e finalmente, scoprire la vera essenza della vita.
Opinione: Quando lo lessi la prima volta a quindici anni - credo di aver avuto quell'età - ricordo che m'era piaciuto davvero tanto, e che certi punti erano proprio d'ispirazione. M'era tanto piaciuto che lo avevo anche comprato per regalarlo alla mia migliore amica. Ad oggi sono passati dieci anni da quando lo lessi la prima volta, ed il mio giudizio cambia poco poco in peggio. Devo ammettere che la storia in se non è nemmeno male, mi piace moltissimo il senso che Fabio Volo vuole dare al libro. Vuole spiegare come la vita sia semplicemente di passaggio e che faremo bene a goderne di ogni attimo, di capire non solo quali sono le nostre stesse passioni, ma anche le nostre particolarità, i nostri pregi ed i nostri difetti. Perchè, infondo, ognuno di noi ha una propria particolarità, bisogna solo capirla, conoscerla e sfruttarla, cosa che invece non tutti riescono a fare, perchè siamo tutti come l'autista del tram:
“[…] Sembra che guidi il tram, che sia padrone del mezzo. In realtà è uno che semplicemente frena e accelera. C'è il binario. Lui, al massimo, decide la velocità, ma neanche tanto, perchè persino le fermate sono prestabilite e devono rispettare un orario. E così capita anche a noi: liceo, università, lavoro, matrimonio, figli, capolinea! Finisce che decidiamo solo quanto tempo metterci. Tutta la straordinarietà della vita ridotta a due funzioni: accelerare o frenare. Punto. Abbiamo l'illusione di guidare la nostra vita.” (cit. Federico)
E quindi ho apprezzato molto le parti in cui Michele, che s'era adattato alla sua vita: una casa, una ragazza di cui annoiarsi dopo un pò, il proprio lavoro, etc, capisce che non è quella, davvero, la vita, e si sia allontanato per cercarla davvero. Il senso del libro, infine, è quello che più mi è piaciuto, ma steso in una lettura che, a parer mio, annoia chi lo legge.

Io sono Dio (Giorgio Faletti)

Titolo: Io sono Dio.
Autore: Giorgio Faletti.
Editore: MondoLibro.
Trama: molti anni prima, un giovane torna reduce dalla guerra nel Vietnam con il corpo e la faccia martoriata dalle fiamme e dalla cattiveria non solo della guerra, ma anche della gente. Il suo obiettivo è vendicarsi di ciò che hanno fatto a loro, e molti anni dopo, la vendetta va a buon fine con una serie di esplosioni. A risolvere il caso sarenno Vivien Light, una giovanissima detective con un carattere deciso, e Russell Wade, un ricco poverissimo, che la sfortuna se la cuce addosso come un abito da sera. Fra i due nascerà una complicità, anche tenera, riuscendo alla fine a risolvere il caso.
Opinione: Iniziare a leggere un libro del genere ed essere consapevoli a non volerci togliere lo sguardo. Giorgio Faletti tiene incollato il lettore, incuriosendolo capitolo dopo capitolo. La storia è strutturata così bene che lo stesso lettore può sentirsi un detective man mano che gli indizi vengono a galla. Quello che più ho apprezzato è che non ci fossero indizi a metà libro che facessero scoprire - e quindi rovinare il finale - chi fosse l'artefice di quegli omicidi ed esplosioni, piuttosto lascia sospeso il tutto, lasciandone anche il fiato - sospeso - fino alla fine. I personaggi sono di uno spessore unico e, devo ammettere che benchè solitamente io odi tutti i personaggi principali perchè portati in cielo come se fossero Dio, questa volta non li ho semplicemente apprezzati, ma anche adorati. Vivien è una donna di carattere, giovane eppure con una grinta pazzesca. Fisicamente non viene descritta come una bellissima donna, per i suoi capelli corti, il modo di vestire poco femminile, piuttosto viene messo in risalto il suo carattere, duro eppure fragile allo stesso tempo, che la definisce “umana”. Lo stesso possiamo dire del protagonista maschile, Russell, il povero sfortunatello che ha cercato di imbrogliare per fare soldi, ed infine s'è ritrovato a secco e con una manciata di pugni allo stomaco. Fra i due nasce - come in ogni romanzo - una complicità, eppure questo piccolo distacco dalla storia e dal caso che stanno svolgendo, non rovina la storia in se, anzi. Diciamo che ne migliora la sorte. 
Una lettura soddisfacente, dal primo all'ultimo capitolo.

Le letture del Febbraio 2018

Febbraio è ormai giunto a termine, ed io mi son messa li a contare i libri che sono riuscita a leggere e terminare in questo mese. Devo dire di essere rimasta sorpresa dalla quantità, in quanto non mi capitava da tempo di leggere così tanto e sette libri, per me, sono una vera sorpresa. Benchè non tutte le letture sono state soddisfacenti, facendo una statistica posso dire di essere rimasta appagata dalla maggior parte. Ho deciso, quindi, di riassumere le mie letture e di dar loro un voto da uno a cinque. 

•̔ Parto da quello che mi è piaciuto di più, ovvero La Psichiatra  (voto 5/5)  di Wulf Dorn , un libro che praticamente si divora grazie non solo alla modo di scrivere dell'autore - semplice e lineale - ma anche per il senso d'ansia che lascia e che incita il lettore a proseguire fino ad arrivare alla fine. 
• A seguito vi è La Ragazza Fantasma (voto 5/5) di Sophia Kinsella, anche questo capace di farsi divorare esattamente come il primo, per la sua ironia che porta un sorriso sulle labbra, eppure commovente, romantico, malinconico ed emozionante. Un romanzo che porta con se un culmine di emozioni lasciando, alla fine, quel sorriso sulle labbra. 
• La Coscienza di Zeno (voto 4/5) di Italo Svevo l'ho cominciato quasi come una scommessa per vedere se riuscivo a leggere un classico. Beh, ci sono riuscita e mi è pure piaciuto. La scrittura semplice ed ironica dell'autore fa si che il romanzo si faccia leggere senza alcuna difficoltà. Il protagonista, di per se, può anche essere irritante alle volte, ma lo si perdona perchè, infine, è quello che siamo noi tutti essere umani: un complesso di ansie, problematiche, dubbi e vari tipi di sentimenti. 
 Hannibal Lecter - le origini del male (voto 4/5) di Thomas Harris è stato da me apprezzato in quanto spiega la trasformazione di un ragazzino - che diventerà uomo - in un “mostro”, come lo chiameranno in seguito. L'unica pecca che, purtroppo, Harris porta nei suoi romanzi, è l'assenza di “descrizioni”, lasciando che sia il lettore a percepire e interpretare le azioni dei personaggi. 
• E’ stato carinissimo leggere Alice nel Paese delle Meraviglie (voto 4/5) di Lewis Carroll, tornando bambina. In effetti non lo avevo mai letto e nemmeno visto il vecchio cartone della Disney, quindi è stato davvero come tornare indietro nel tempo. 

• La Zona Morta (voto 3/5) è il secondo romanzo che leggo di Stephen King, e benchè l'autore mi piaccia di per se, trovo che il romanzo sia stato un pò noioso, che i fatti descritti siano stati un pò sconnessi fra loro, passando di anni in anni, fino a ritrovarci ad un personaggio adulto. L'azione è portata tutta alla fine del romanzo, quando il protagonista capisce di dover fermare il male. Spero di leggere di meglio del maestro King. 
• Quello che ho apprezzato di meno o, posso anche dirlo, non ho per niente apprezzato, è stato La verità sul caso Harry Quebert (voto 1/5) di Joel Dicker. Ho trovato che di Thriller avesse ben poco sebbene mi fosse stato presentato come tale - come il miglior thriller del momento - definendolo, infine, un romanzetto rosa con dei tratti di giallo. La storia, di per se, poteva anche essere carina. Sicuramente lo sarebbe stato, se non ci fosse stato tutta quella storia amorosa che mi ha portato a chiuderlo più volte e dargli più volte una chance, finendo per leggerlo fino alla fine con la sola convinzione di aver perso del tempo.
Se voleste dar una maggiore occhiata alle varie recensioni, vi basta scendere. 
Grazie per la lettura =)

Hannibal Lecter - Le origini del male (Thomas Harris)

Titolo: Hannibal Lecter - Le origini del male.
Autore: Thomas Harris.
Editore: Mondadori. 
Ne “Le origini del male”, Thomas Harris racconta come il temutissimo Hannibal Lecter de “Red Dragon” e “Il silenzio degli innocenti” sia, in realtà, nato. Un piccolo Lecter ai tempi della guerra ha dovuto combattere per sopravvivere e come ha dovuto combattere, durante gli anni a venire, per trovare i responsabili dei suoi incubi per poter dare loro che si meritano e meritarsi lui dei sonni senza incubi. 
In questo racconto, in cui Thomas Harris spiega la genesi del serial killer cannibale, la scrittura usata è semplice e lineare, tanto che le pagine si fanno leggere senza alcuna difficoltà, incuriosendo il lettore ad andare avanti. Il modo di spiegare la guerra è semplice e, forse, l’unica pecca di cui non sono proprio soddisfatta, sono le descrizioni poco prolisse, lasciate un po’ all'interpretazione del lettore. Per il resto, è piacevole scoprire che Hannibal Lecter, un personaggio già formato dei romanzi scritti prima di questo (quelli citati sopra), non è nato “mostro” - come lo chiama uno dei personaggi del romanzo - ma umano, ed è piacevole leggerne la trasformazione. 

La ragazza fantasma (Sophie Kinsella)

Titolo: La ragazza Fantasma.
Autore/trice: Sophia Kinsella. 
Editore: Mondadori.
Nel “La ragazza fantasma” di Sophia Kinsella, una ragazza di nome Lara, ventisette anni, non sembrava avere una vita semplice: il suo ragazzo Josh l'ha lasciata sei settimana prima senza un valido motivo, la sua socia in affari, Natalie, l'ha abbandonata per spassarsela in un isola piena di sole con un tipo, e per altro è costretta a dover andare al funerale di una prozia morta di centocinque anni che non ha mai conosciuto, senza, ovviamente, averne alcuna voglia. Eppure è da li che comincia tutto: insomma, come poteva aspettarsi che, al funerale, una ragazza vestita da anni ‘20, cominciasse ad urlarle nell'orecchio di volere la sua collana di perle? 
Ho letto parecchi libri di Sophia Kinsella, ed al suo tempo - circa otto anni prima - lessi anche questo. Esattamente come otto anni prima, ho trovato questo libro uno dei più belli dell'autrice. La narrazione è in prima persona, ed inoltre, il fatto che sia esposto al presente, fa in modo che il lettore senta e veda le immagini proprio nello stesso momento, senza che possa pensarlo come un ricordo. Emozionante, commovente, ironica, divertente, Sophia Kinsella è in grado di creare in questo libro dai tratti anche fantasioni, un turbine di emozioni: è emozionante la nascita di un'amicizia, quasi obbligatoria, così come è anche divertente il svolgersi delle vicende di Lara alle prese con Sadie, la ragazza urlante del funerale, ed è ironico come Sadie possa insegnare molto a Lara a tal punto da farle capire molte cose che nella sua vita non vanno, a farle aprire gli occhi su molti aspetti. E devo dire che mi sono sentita piuttosto soddisfatta quando “l'antagonista” è stato rivelato, portando nel racconto anche un pizzico di giallo che mi ha fatto restare con il fiato sospeso. 
Mi sento di consigliarlo assolutamente, specialmente a chi ha voglia di farsi qualche risata e leggere qualcosa di poco pesante ma, allo stesso tempo, ricco.